Bigenitorialità perfetta e stop agli assegni di mantenimento
È recente la notizia di un possibile stravolgimento del Governo in merito all’abolizione dell’assegno di mantenimento. Continua a leggere
È recente la notizia di un possibile stravolgimento del Governo in merito all’abolizione dell’assegno di mantenimento. Continua a leggere
Secondo una recente sentenza della Cassazione, in caso di divorzio, l’assegno dovrà essere calcolato sulle basi del tenore di vita e del contributo dell’ex coniuge.
MESTRE – Ventiquattro anni fa divorziava dal marito e pochi mesi dopo iniziava una relazione con un altro uomo, ma in questo lungo periodo ha sempre continuato a percepire un assegno di mantenimento. Si è laureata e ha trovato un lavoro in grado di garantirle uno stipendio dignitoso, eppure quella somma mensile non è mai mancata. Inizialmente erano 500mila lire e poi, grazie alla rivalutazione, sono diventati 377 euro.In totale oltre centomila euro: «Quella donna ha una relazione stabile con un uomo ma da lunedì a venerdì vive a casa propria. Secondo noi è sempre stato un modo per continuare a percepire l’assegno» sostiene l’ex marito, che si è rivolto a un avvocato chiedendo e ottenendo la revoca dell’assegno.
I protagonisti sono un’infermiera di Padova e un medico veneziano, ex coniugi entrambi di 67 anni. Il medico si è rivolto all’avvocato Roberto Meggiato chiedendo al Tribunale di Padova di pronunciarsi sulla modifica delle condizioni di divorzio. Nella documentazione troviamo la situazione reddituale della donna («È dipendente Ulss e percepisce 1.600 euro al mese») ma anche i dettagli sulla relazione con l’altro uomo, un coetaneo padovano. «Il loro legame è duraturo scrive il legale La coppia condivide le reciproche abitazioni con sistematicità durante i fine settimana». Per rinforzare la tesi sono allegate le fotografie delle automobili di entrambi parcheggiate davanti alle stesse case. «Il rapporto è talmente consolidato – si legge ancora – che i due si presentano come marito e moglie e non ne fanno mistero nemmeno sui social network».
L’avvocato fa le pulci anche al compagno della donna: «Ha redditi superiori ai 60mila euro». Si arriva così alla considerazione finale: «Nonostante tanti anni vissuti assieme lei non ha deciso di modificare lo stato anagrafico: ritengo che ciò sia dovuto alla volontà di mantenere il diritto all’assegno divorzile». E la donna cosa risponde nella memoria difensiva? «Anche se ritengo infondate le ragioni poste a fondamento delle richieste, per evitare un nuovo contenzioso con l’ex marito aderisco alla sua domanda principale». L’assegno, quindi, è stato revocato nei giorni scorsi. «La materia è delicata e ogni caso è diverso commenta l’avvocato Meggiato – ma spesso assistiamo a situazioni inaccettabili».
di Gabriele Pipia
È recente l’affermazione dell’obbligatorietà dell’assegno di mantenimento a moglie e figli in tutti i casi, anche in un contesto di un provvedimento provvisorio di separazione tra i coniugi. Il mancato adempimento costituisce dunque la violazione di una norma penale che prevede una multa o il carcere fino a un anno. Continua a leggere
È recente la notizia di un’avvocata di Cittadella, in provincia di Padova, che spendeva l’assegno di mantenimento dell’ex marito, per la cura dei figli, in beauty farm ed altri negozi. La donna al momento è accusata di impropriazione indebita, poiché gli assegni di 3 mila euro mensili per il mantenimento della prole venivano utilizzati dalla stessa per tutt’altro.
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