Quando l’affidamento condiviso è a rischio?

Lasciare il figlio sempre solo a casa davanti alla televisione è indubbiamente un esempio di comportamento che denota l’incapacità di un genitore di prendersi cura del bambino.

Nel caso in cui siano presenti anche privazioni economiche nei confronti del minore e ed egli venga esposto a scene di violenza sull’altro genitore, il rischio di perdere l’affidamento condiviso o addirittura la potestà genitoriale è alto. Continua a leggere

La circonvenzione di incapace

La circonvenzione di incapace è un reato previsto dall’art. 643 c.p. e si definisce nel momento in cui “chiunque, per procurare a sé o ad altri un profitto, abusando dei bisogni, delle passioni o della inesperienza di una persona minore, ovvero abusando dello stato d’infermità o deficienza psichica di una persona, anche se non interdetta o inabilitata, la induce a compiere un atto che importi qualsiasi effetto giuridico per lei o per altri dannoso”.  Continua a leggere

Bigenitorialità perfetta e stop agli assegni di mantenimento

È recente la notizia di un possibile stravolgimento del Governo in merito all’abolizione dell’assegno di mantenimento. Continua a leggere

Come reagire al bullismo

Il concetto di bullismo comprende un insieme di comportamenti aggressivi e violenti, ripetuti nel tempo, da un soggetto prevaricatore nei confronti di un altro più debole (vittima).  Continua a leggere

Chat di WhatsApp come prova in Tribunale?

Una delle domande più frequenti in relazione alla diffusione della messaggistica istantanea via Smartphone riguarda i messaggi WhatsApp: hanno essi valore legale di prova in Tribunale?  In che modo vanno portati al giudice per poter “testimoniare” a favore o contro un soggetto?

In teoria il messaggio di WhatsApp può essere considerato come una valida prova in processo, a condizione che sia stato effettivamente spedito e ricevuto. La vera difficoltà sta, quindi, nel verificare se il testo esibito al giudice è davvero quello presente sul cellulare.

Di recente la Cassazione ha fornito un importante suggerimento per poter dimostrare, in un processo, il contenuto di una chat su WhatsApp e, quindi, darle il valore di prova. Secondo la Corte, a tal fine è necessaria l’acquisizione forense dello smartphone. La rappresentazione fotografica infatti non ha alcun valore senza il supporto materiale che contiene l’originale. È solo con quest’ultimo che si può avere la certezza della effettiva genuinità del messaggio.

La CSZ Investigazioni dispone di tutta la strumentazione specifica utile al recupero dati da cellulari, Smartphone, Tablet, computer, chiavette USB e molto altro. Grazie alla tecnologia in ambito investigativo connessa alla digital forensics, sarà possibile recuperare tutti i dati richiesti da ogni dispositivo, inclusi quelli cancellati.

Sono dunque numerose le sentenze che riconoscono al messaggio di WhatsApp il valore di prova. Grazie all’acquisizione di tali chat e dei vari contenuti dei dispositivi elettronici esaminati, il Cliente potrà far valere elementi utili in sede giudiziaria.